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Commenti al testo di Redazione LaRecherche.it
Sulla strada per Leobschtz
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Anna Gatto
- 26/06/2012 12:02:00
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Parole forti, duro levento! Succede ogni giorno anche senza fucile, a volte basta solo una parola e quella non si inceppa mai. Cristo però sorride di fronte al suo stupido assassino. Fa riflettere!
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Giovanni Ivano Sapienza
- 24/06/2012 19:24:00
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E difficile non condividere il giudizio di Bianca Mannu. Il pregio di lodevoli ed encomiabili componimenti come questi consiste nella capacità di rattenere ed incanalare l’emozione lirica allinterno di un cronotopo narrativo ben delineato e circostanziale,evitando il rischio di sbavature sentimentali e di un esibito soggettivismo;il difetto,o almeno un possibile rischio, risiede nel fatto che la narrazione,comportando la rappresentazione-evocazione di ciò di cui si è "gnari",cioè consapevoli per effetto di distanziamento e decantazione storicizzante,potrebbe sbarrare la strada ad auspicabili e proficue operazioni di attualizzazione delle pur notevoli istanze di riflessione etica sottostanti a tali interessanti progetti di scrittura
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enrico dignani
- 24/06/2012 15:16:00
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Il fermento umano Guerre comprese Razionalizzano le possibilità di esistenza E di sviluppo. Le guance dell’umanità Sono fresche e sode, Dio le benedica.
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Maria Musik
- 23/06/2012 17:19:00
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Gentile Bianca, quello che le è accaduto non ha nulla a che fare con censura da parte della redazione (che oltretutto sarebbe un po strana visto che le poesie della settimana sono proposte o approvate dalla redazione e che lo stesso Maggiani ha pubblicato una recensione al suo libro "Sulla strada per Leobschütz"). Semplicemente, da un po di tempo, per difendere tutti gli autori e commentatori da "attacchi" inopportuni (dopo una serie di spiacevoli quanto violenti commenti coprolali), se non ci si autentica prima di commentare, si riceve in automatico una mail che ci chiede di confermare di voler pubblicare il commento. Se non si esegue questa operazione il commento non sarà reso visibile dal sistema. Questo meccanismo, ripeto, è automatico e non prevede una lettura previa dei commenti: serve solo ad evitare che lanonimato fornisca a persone con poco nobili intenzioni di colpire chiunque impunemente. Se, poi, avesse provveduto a dare lautorizzazione, resta sempre la possibilità di errore del sistema. Non cè e non ci sarà mai da parte nostra unimmotivata o prevenuta censura. A mia memoria, dal 2007, i commenti rimossi dal moderatore si contano sulle dita di una mano e non erano mai diretti allopera ma contenevano insulti di matrice discriminatoria su utenti del sito.
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Bianca Mannu
- 23/06/2012 16:48:00
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Ho già commentato questo testo. E inspiegabilmente è sparito, malgrado io abbia opportunamente schiacciato su <pubblica> e inserito il mio indirizzo di posta elettronica. Come mai? Me lo chiedo,non per difesa del <mio ufficio>, ma per interrogare La Recherche sulla sua apertura alle diverse opinioni e idee, non solo letterarie. Infatti la poesia di impegno civile, etico-politico, etico-filosofico e storico, non ha minori diritti, anzi. Ma, proprio in virtù di tale specifica caratura, è lecito porle quesiti di senso che ad altro genere di composizioni sono risparmiate. Ora mentre io riconoscevo alla rappresentazione poetica di Santoro (limitatamente al brano letto; il successivo assaggio non ha smentito)la forza di stagliare lorrore e la tragicità entro il risaputo perimetro del quotidiano e del suo linguaggio cosale, e perciò tanto più violentemente espressiva, mi chiedevo e chiedevo a eventuali interlocutori (compreso lAutore), se la collocazione storiografica e geografica non inducesse a chiudere entro uno spazio/tempo determinato quellorrore, che invece continua - ben poco contrastato - a tingere la nostra attuale quotidianità e dissimularsi in essa, nella generale distrazione. Insomma ponevo il problem intercorrente tra memoria e storia, tra linguaggi e contesti di riferimento, tra evocazione rituale e/o scaramantica e consapevolezza di quanto il sonno della ragione ci conduca a ritenere che il male ci stia, conficcato come una croce tombale, alle spalle.
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Loredana Savelli
- 22/06/2012 07:15:00
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Dopo aver letto la chiarissima recensione di Maggiani allintero libro, riesco a contestualizzare meglio e ad apprezzare più compiutamente queste due poesie, e condivido personalmente la scelta stilistica asciutta e puntuale. Sono daccordo che andrebbe letta nelle scuole un genere di poesia così. E altamente "educativa" e raggiunge lo scopo efficacemente.
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Narda Fattori
- 19/06/2012 09:56:00
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Siamo tutti chiamati a testimoniare " la banalità del male". E anche routine da rispettare, qualche inceppamento, e la blasfemia dellassassino di chiamare dalla sua parte anche il Cristo. Più banale di così... Occorre fare molta attenzione perché richiamo tutti quella banalità fatta anche di omissioni, di silenzi, di scrollate di spalle. Bravo Santoro che con i suoi versi lievi è in grado di far scaturire queste riflessioni.
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